Chi per il desiderio di piacersi di più, chi per ragioni mediche, tutti quelli che si sono sperimentati almeno una volta in una dieta dimagrante sanno quanto è difficile farlo e probabilmente, per esperienza fatta, lo sai anche tu! E sai anche che, ad eccezione di poche (quelle improvvisate, più sbilanciate e pericolose), quasi tutte funzionano… sì, ma lì per lì. E poi? E poi quasi sempre il disastro completo. Già, perché nonostante tutto l’impegno e la determinazione, quello che hai ottenuto è completamente l’opposto di ciò che ti aspettavi: il recupero dei pochi chili persi e addirittura chili in più!!! La conseguenza? Un mix di delusione, frustrazione e rabbia verso te stesso.
Ma se le diete più o meno funzionano, così come hai potuto constatare nel breve termine, allora cos’è che poi le rende fallimentari? Se non è la dieta in se stessa, cos’è che si interpone in modo così prepotente tra te e il raggiungimento dell’obiettivo tanto desiderato?
La dieta è una prescrizione che impone un modo di rapportarti al cibo fatto di orari fissi e quantità stabilite in partenza da osservare rigidamente. La psicologia però ci dice che il tuo rapporto con il cibo è di gran lunga più complesso di così, perché fin da piccolo hai associato alle cose che hai mangiato dei significati unici e personali: hai fatto esperienza di un cibo “consolatorio” (ad esempio il latte del seno caldo della madre) o è stato fonte di rabbia e frustrazione (il seno che non c’era e la fame che non si placava)? E’ stato un modo per comunicare consenso (finisco tutto, così mi vuoi bene) o uno strumento per dire no (non mangio perché non voglio niente da te)? E questo è solo per fare qualche esempio. Le abitudini alimentari si sono strutturate con il tempo sulla base delle tue esperienze relazionali. In quest’ultime sono racchiuse tutte le valenze che da adulto dai al tuo nutrimento biologico e psicologico. Non solo, esse si portano dietro emozioni, pensieri, comportamenti associati al cibo difficili da scardinare con una “semplice” dieta.
L’errore che spesso commettiamo è quello di imporci un cambiamento alimentare trascurando completamente tutti i significati sommersi legati al nostro rapporto emotivo con il cibo, con la conseguenza che tutto ciò che lasciamo in ombra interferisce con la nostra idea di cambiamento fino a farci capitolare.
A Drop l’aspetto psicologico viene monitorato e gestito attraverso l’elaborazione di strategie efficaci personalizzate mediante tecniche di coaching alimentare, nonché discusso e approfondito attraverso corsi e seminari di gruppo sul tema. A Drop il concetto di “rimessa in forma” non è mai un percorso semplicistico, ma un vero e proprio “viaggio” dentro e fuori di te, affinché tu possa acquisire strumenti di consapevolezza per mantenere e consolidare nel tempo ciò che faticosamente stai costruendo.
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