Ti sarà capitato diverse volte di ritardare di svolgere un compito, pur conoscendo la sua importanza, sostituendolo con un’attività meno urgente e più piacevole.
Ma che succede se l’atto del rimandare da saltuario diventa per te una modalità costante di affrontare, o meglio non affrontare, le situazioni?
Ci sono aspetti della tua vita che attendono da tempo importanti cambiamenti, ma che restano immutati, sommersi da mille scuse? Che effetto produce su di te questo continuo rimandare rispetto ai tuoi obiettivi, alle tue aspirazioni e ai tuoi desideri? Che conseguenze ha sulla fiducia in te stesso?
Il continuo rimandare è un fenomeno psicologico molto complesso, che non implica solo la tua capacità di prendere decisioni, ma ha a che fare anche con le tue emozioni, le tue paure e il tuo modo di pensare.
Paura e indecisione spesso viaggiano insieme e ci bloccano di fronte alla prospettiva di ogni possibile cambiamento. Ma paura di cosa? In primis, c’è la paura di fallire, di non farcela, e se questa paura è alimentata anche dalla convinzione che andrà sicuramente male, finirai per bloccare ogni tua iniziativa.
Se la paura del fallimento può immobilizzarti nell’agire, a volte il freno è rappresentato dalla paura opposta, cioè quella del successo e ciò accade quando senti che è troppo per te, che non te lo meriti. La paura delle responsabilità derivanti dalla scelta può essere un’altra causa del tuo continuo procrastinare. Pensare in modo catastrofico rispetto alle possibili conseguenze aumenta la tua ansia e impedisce l’azione. Può darsi invece che non ti sei sentita mai pronta ad affrontare una situazione perché ti aspetti da te stesso che essa sia gestita in modo perfetto, non ammettendo sbavature o incertezze.
Indipendentemente dal tipo di paura, ciò che risulta evidente è che non sono le situazioni in sé a creare stati di stallo, ma il modo personale in cui vivi e interpreti tali eventi nella tua testa.
Se ti fermi a riflettere puoi sentire come lo stesso comportamento del rimandare produca comunque in te insoddisfazione e ciò è dovuto al fatto che l’idea di non scegliere è in realtà solo un’illusione, in quanto anche la non scelta è una decisione a tutti gli effetti, quella di restare così, e come tale ha anch’essa le sue conseguenze con cui devi fare i conti.
Allora come uscirne?
La soluzione sta nel cambiare il tuo dialogo interiore, cioè quello che pensi di te stesso e del tuo comportamento. Spesso i pensieri sono trappole che ti paralizzano e non ti permettono di guardare le situazioni dalla giusta prospettiva. Li dai per veri ed assoluti perché fanno parte di te, ma talvolta non rappresentano una buona guida. Come puoi metterli in discussione? Iniziando a guardare in faccia le tue paure e cominciando a porti nuove domande che possano accompagnarti verso uno scenario più realistico di vedere le cose. Anche se non hai le idee chiare su come agire per giungere ad un cambiamento desiderato, la scelta di non muoverti appare comunque quella meno opportuna. Quando senti che è importante per te fare qualcosa, tentare è sempre un’opportunità.
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